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STUDI E TESTI
242
GIORGIO LEVI DELIA VIDA
SECONDO ELENCO
DEI MANOSCRITTI ARABI ISLAMICI
DELLA BIBLIOTECA VATICANA
CITTA del vaticano
BIBLIOTECA APOSTOUCA VATICANA
1965
TIPOGRA.FIA. S. PIO X — VIA. DEGU t}TRUSCHI 7-9 ROMA, 196S
R1STAMPA ANASTATICA - DINI - MODENA 1980
SOMMARIO
PAO.
Prefazione v-xiii
Abbreviazioni principali xv-xx
Aggiunta • xx
Codici Vaticani Arabi 1-159
Sommario sistematico 161-181
Manoscritti datati 182-183
Indici
degli autori 184-206
dei copisti, possessori, lettori 207-227
di personaggi vari 228-234
dei toponimi 235-238
dei titoli delle opere I " 1 -'
Dem Litterarhistoriker oder Ivitteraturf reund kann
eine gauze Menge von Werken unbedeutend erschei-
nen, eine Anzahl von Fachern gleichgultig oder un-
ausstehlich sein; aber dem Beschreiber des Vorrathes
von Handschriften, welche eine Bibliothek besitzt,
muss eine jede den gleichen Werth haben und nach
denselben Gesichtpunkten, mit gleicher Aufmerksam-
keit behandelt werden, gleichviel ob dieselbe gross
oder klein, wichtig oder gehaltlos 1st oder so erscheint.
W. Ahi/vvardT, Verzeicknis der arabischen Hand-
schriften der kgl. Bibliothek zu Berlin, I, xiii.
Nei quasi trent'anni decorsi dalla pubblicazione dell'Elenco dei
manoscritti arabi islamici delta Biblioteca Vaticana: Vaticani, Barberi-
niani, Borgiani, Rossiani (Studi e Testi 67) nel settembre del 1935 il
fondo Vaticano Arabo della Biblioteca Apostolica non si e accresciuto
in maniera cospicua (s'intende che dei fondi « chiusi » descritti nell'Elenco
pp. 239-280 non ha avuto ne poteva aver luogo alcun accrescimento) :
dal numero 1486, il pit. alto che vi compare, esso e salito al numero
1798. Dei 312 numeri non ancora descritti 36 sono cristiani ( x ); i ri-
manenti 276 costituiscono la materia di questo Secondo Elenco(*).
f 1 ) I numerosi manoscritti cristiani del fondo Vaticano arabo, alcuni dei
quail, come si sa, sono tra i pia antichi e preziosi che si abbiano, sono stati
ampiamente descritti « non con questa moderna favella (...) ma con chiare
parole e con preciso latin » (ossia nella fojma piu diffusa ed esauriente dei cata-
loghi ma'ggiori, non in quella ristretta e modesta di un semplice elencp) dall'in-
dimenticabile amico Georg Graf nei ripetuti spggiorni fatti nella Citta del
Vaticano tra il 1931 e il 1948. Purtroppo la stampa della voluminosa opera,
alia quale si accenna in Elenco, p. vn-vni (che risulta a chi scrive essere stata
redatta dall'autore in forma definitiva salvo che per pochissime lacune), ini-
ziata fin dal novembre del 1934 assai prima del compimento del manoscritto
di essa, non e giunta oltre la pagina 232, colla descrizione di soli sessantun
codici; e naturalmente neppure questa parte e mai stata pubblicata.
(•) Conviene richiamarsi qui a quanto e stato osservato in Elenco, p. x,
che cioe tra le opere «islamiche » sono comprese alcune 16 quali, pur essendone
gli autori cristiani o ebrei, non si differenziano in nessun modo da ppere analo-
gue di autori musulmani, giacch^ qualsiasi specificazione d'indole religiosa ri-
w PRJ5FAZIONE
Di essi soltanto 40 sono entrati in Biblioteca in seguito ad acquisti
o a doni occasional (del piu cospicuo di questi, quello di Enrico Cerulli
si dira piu avanti), e due (ni. 1613, 1614) sono stati trasferiti al fondo
Vaticano Arabo dal fondo Vaticano Turco; i rimanenti provengono
tutti quanti da due collezioni donate in due volte, nel 1935 e nel 1937,
dall^minentissimo e Reverendissimo Signor Cardinale Ignazio Ga-
briele Tappouni, Patriarca di Antiochia dei Siri Uniti (>); nella
descrizione che ne e fatta qui avanti essi sono specificati entro la serie
continua dei Vaticani arabi nella quale sono stati collocati coll'aggiun-
ta dell'indicazione « Tappouni I» e rispettivamente « Tappouni II »
seguita dal numero d'ordine originario (»).
X manoscritti Tappouni provengono in massima parte da regioni
dell'Oriente Anteriore dove vivono, frammiste alia popolazione mu-
sulmaha, comunita cristiane dipendenti dal Patriarcato di Antiochia
dei Siri Uniti, e appare verosimile che siano stati membri di quelle
comunita, ecclesiastici o laici, a fare incetta di manoscritti per com-
missione avutane dal Patriarca o per atto spontaneo di omaggio (»).
Bi parecchi esemplari pud constatarsi che sede della loro ultima dimo-
ra prima del loro ingresso nelle raccolte Tappouni estata Aleppo; di
alcuni tra questi e perfino ricordata la biblioteca della quale facevan
parte e donde, per uno o per altro motivo, furono separati in corso di
tempo: cosl si trovavano nella Sayyafiyya i ni. 1510 1603 1682; nella
biblioteca della famiglia Kawakibi i ni. 1557 1630 1647; in quella del-
la famiglia Na'sanI i ni. 1515 1542; il prezioso e purtroppo incompleto
mane esclusa per ragione del loro argomento, si tratti di grammatica o di poe-
sia o di storia o di scienze: sono tali per esempio i ni. 14J97 1500 1501 1683 1706
1768, che a buon diritto sono stati inclusi.
'(*) VOsservatore Romano del 28 ottobre 1937 da notizia a pi 3 del secondo
dono e illustra brevemente la coUezione, segnalandone il carattere e accennan-
do al suo contenuto. £ da ritenersi che non si vioU alcuna norma ne si venga
raeno ad akun impegno rivelando che l'autore non nominato di quell'articolo
e il compilatore di questo Secondo Elenco.
(*) In Tappouni la questo numero d'ordine fa seguito un'ulteriore spe-
cificazione, mediante due cifre, della suddivisione secondo materia escogitata
e introdotta dal donatore. Questa prima raccolta oltre ai manoscritti arabi
citetiani (non descritti qui avanti) e islamici ne contiene un certo numero di
sidaci. persiani e turchi, i quali sono entrati a far parte dei rispettivi fondi
Vaticani; la raccolta Tappouni II, invece, contiene soltanto quattro manoscrit-
ti non arabi (numerati 58 99 124 155) e, degli arabi, soltanto tre cristiani (Vat.
ar. 1684 1779 1782).
( 8 ) Ma si da anche il caso, n. 1631, di un manoscritto donato al Cardi-
nale da un musulmano.
PREPAZIONB VII
esemplare del Sahifr di al-Buhari ni. 1523-1527, quali che siano state
le sue vicende ulteriori, nel primo quarto del secolo X/XVI faceva
parte dei libri costituiti in waqf dal mamluk al-'Ala'I 'All ibn Sa'Id
ibn Yumn al-Malatf an-Nagmi nella madrasa fondata da Uii nella
moschea as-Sawari. Provenienza aleppina hanno ancora i ni. 1538
1539 1683 (quest'ultimo e il divano di un poeta cristiano e apparteneva
a un monastero maronita); i possessori dei ni. 1520 1530 1567 1609
portano la nisba « al-Halabi », sicche e possibile, anche se non assolu-
tamente sicuro, che avessero residenza ad Aleppo.
I nomi di altre citta della Siria — - Pamasco, Antiochia, Hims,
Laodicea — compaiono, ma con frequenza molto minore, come luogbi
di dimora di copisti o possessori. Piu numerose sono le notazioni ana-
loghe riferentisi alia Mesopotamia settentrionale e all 'Anatolia, spe-
cialmente di sud-est, in territorio in gran parte di lingua turca: tali
anzitutto quelle portate da alpuni manoscritti copiati o posseduti ad
Amid (Diyarbekr) e dintorni: ni. 1542 (ma passato piu tardi ad Aleppo)
1565 1581; e poi Mar'as n. 1535 (e anche ni. 1542 1580?), 'Ayntab n.
1506, Kilis n. 1557 (anch'esso passato poi ad Aleppo), Sfwas n. 1724,
Adalia n. 1566. II n. 1657 e stato copiato nel Kurdistan, il n. 1568 a
Bijapur e il n. 1778 a Hyderabad, ambedue nel Dekkan (indiano e
forse anche il n. 1588).
Ma di gran lunga piu. numerosi sono i manoscritti provenienti
da ambienti della Si'a duodecimana (imamita) e prevalentemente da
quello dei cosl detti Mutawila, il gruppo imamita stabilitosi nel Gebel
'Amil, nel territorio del I^ibano meridionale, la cui attivita culturale si
svolge principalmente nella citta costiera di Sayda, mentre sono intense
le loro relazioni col grande centro di studi religiosi Si'iti, an-Nagaf
nell'Iraq meridionale. Si tratta di oltre settanta codici, dei quali sol-
tanto quattro (i ni. 1513 1514 1573 1579) appartengono alia raccolta
Tappouni I, mentre tutti gli altri sono nella raccolta Tappouni II,
alia quale la presenza di un cosl folto e omogeneo gruppo di manoscritti
di un genere scarsamente rappresentato nelle biblioteche europee e
quasi del tutto assente dalla Vaticana (') conferisce ps;egio particolare.
(') Nel cui fondo arabo possono segnalarsi come imamiti {non peraltro
dei Mutawila) soltanto i ni. 365 451 567 580 720; il secondo, il terzo e il quarto
di essi sono descritti con piu particolari che in Elenco in G. X[evi] Delia Vida,
George Strachan: Memorials of a Wandering Scottish Scholar of the Seventeenth
Century, Aberdeen 1956 (su cui cf. Oriente Moderno, XXXVII [1957] 279-280),
pp. 89-90 n. 41, 91-92 n. 44, 85-86 n. 34; ibid. p. 79-80 n. 13 e descritto U ma-
noscritto Arabo 39 della Biblioteca Nazionale di Napoli che contiene la stessa
Vnl PREFAZIONE
Sarebbe lungo e fuor di luogo indicate qui la provenienza dei non
molti manoscritti di nuova accessione estranei alle due raccolte Tap-
pouni: quanto e stato possibile accertarne (non sempre e rimasta me-
mona precisa della data e delle circostanze del loro ingresso in Biblio-
teca) e detto nella descxizione dei singoli numeri; qui basti rammen-
tarela presenza di un esiguo numero (sette in tutto, pin il frammento
73 del n. 1605) di manoscntti di origine magrebina, tre dei quali in
circostanze rimaste sconosciute, sono entrati a far parte della raccolta
Tappouni I.
I ni. 1786-1796 presentano carattere dei tutto particolare: tutti
quanti di data recente o recentissima, provengono tutti, a eccezione
del 1786, dall'Africa Orientate e sono stati scritti parte in Somalia e
parte in Etiopia; appunto in queste due regioni li ha raccolti Enrico
Cerulli durante la sua lunga permanenza cola, qualcuno addirit-
tura e stato trascritto per sua iniziativa da esemplari piu antichi. Nel
1963 quel grande orientalista, gia benemerito della Biblioteca Vati-
cana, oltre che per i suoi insigni contributi agli Studi e Testi (ni. 150
198 204), per il dono fattole delle sue due collezioni di manoscritti etio-
pici e di manoscritti di drammi religiosi persiani (per quest'ultima v
Studi e Testi 209), ha voluto che trovassero posto in essa anche questi
suoi manoscritti arabi (soltanto il n. 1788.2 e in lingua somala trascrit-
ta in caratteri arabi) di alcuni dei quali si era gia servito nella prepara-
zione di suoi lavori, poi pubblicati, ma che in gran parte non sono stati
studiati finora e il cui contenuto si presenta ricco d'interesse, se non
per la stona letteraria araba in senso stretto, tuttavia per una piu am-
pia e piu precisa conoscenza della penetrazione della cultura araba,
a seguito e in conseguenza della penetrazione dell'Islam, in regioni
di lingue e di tradizioni different, nonche per la storia political reli-
giosa di esse.
Va dichiarato senza reticenza che l'importanza e il pregio dei 276
manoscritti arabi islamici venuti ad accrescere il fondo Vaticano arabo
e registrati e descritti qui avanti non sono straordinari. Nessuno di
essi e di antichita considerevole (eccetto, s'intende, i frammenti perga-
menacei del Corano, ni. 1605 1606 1629 1784 1785, i quali peraltro
sono tutt'altro che ran; del n. 1607, che e di abbastanza notevole an-
° Pera ,l el w- at - 365 ' e ailCora p - 82 n 23 e P- " sono descritti due altri ma-
nner tti deUa Nazionale di Napoli, Arabo 35 e Arabo 38. contenenti opere di
auton imamitl. *
PRBFAZIONB IX
tichita, a. 577/1181, e di buona fattura ma purtroppo mutilo, esistono
altri esemplari integri della stessa eta); nessuno si segnala per lusso
singolare di esecuzione calligrafica (tale sarebbe invero il n. 1628 se
non fosse nient'altro che un esigito frammento); quasi nessuno contie-
ne opere finora ignote la cui scoperta accresca in misura apprezzabile
la conoscenza della letter atura ar aba. Deve anzi riconoscersi franca-
mente che di alquanti codici, sia che appartengano a eta molto recente
(alcuni addirittura al secolo XX) sia che contengano copie non eccel-
lenti di opere divulgatissime, il valore e presso che nullo. J$ inoltre da
lamentarsi il cattivo stato di conservazione di parecchi esemplari, pin
o meno gravemente mutili e laceri, e anche (in modo particolare nella
raccolta Tappouni II) gravemente danneggiati e talora quasi intera-
mente distrutti dalla voracita degli insetti; il che e tanto piu deplo-
revole in quanto che risulta in maniera indubbia che siffatta opera di
distruzione ha avuto luogo dopo che i manoscritti si trovavano gia
presso il cardinal Tappouni ed erano stati gia sottoposti all'esame del-
le persone da lui delegate a tale ufficio.
Tuttavia, nonostante queste riserve, i nuovi manoscritti arabi
Vaticani porgono piu di un'opportunita a ricerche feconde. Si riscon-
trano tra essi alcuni esemplari unici (o che tali appaiono al compilatore
di questo elenco): i ni. 1500 1573 1642 1724.1 1750.1 1773; tra questi
il n. 1750.1J benche sia di eta non molto antica e manchi dell'inizio e
della fine, sarebbe, qualora l'idehtificazione propostane risultasse esat-
ta, d'importanza straordinaria, in quanto che conserverebbe un'antica
opera di controversia §i'ita, forse da attribuirsi a Ibn Abi 'l-'Azaqir
as-Salmagani, uno dei maggiori rappresentanti della Si* a duodecimana
all'inizio del secolo IV/X, passato poi a sostenere dottrine estremiste.
Pur non essendo unici, i ni. 1499.4 1506 1534 1557 1589 1662.2 sono
particolarmente pregevoli, poiche si conoscono soltanto due o tre altri
esemplari delle opere contenute in essi.
Anche altri manoscritti presentano, per uno o un altro motivo,
interesse notevole, sia pure, talvolta, di semplice curiosita erudita:
nel n. 1580 si ha, col titolo Mawdu'dt alr-'ulum, quella che appare es-
sere stata una prima redazione della famosa enciclopedia bibliografica
Miftah alr-'ulum di TaSqopruzadeh di cui sussistono pochissimi altri
esemplari; nel n. 1597 una pittoresca e non comune rappresentazione
grafica delle norme di ortografia e ortoepia del Corano e delle sue va-
rianti testuali; il n. 1603 h un esemplare di eta antica di uno scritto
astrologico assai noto ma scarsamente rappresentato; il n. 1670 rivela
il nome dell'autore delYIfsah, commento alia prima sura del Corano
PREFAZIONE
e alia grammatica al-Kdfiya, nome non mai menzionato dagli altri
manoscritti dell'opera e rimasto ignoto alio stesso flaggi JJaHfa.
I manoscritti che meritano maggiormente di richiamare l'atten-
zione degli studiosi sono peraltro quelli si'iti, e insieme con questi an-
che alcuni altri i quali, pur contenendo opere di autori sunniti, sono
stati in mano a lettori si'iti. Benche nessuno di essi sia di grande anti-
chita e benche alquanti siano in stato di conservazione assai misero,
si trovano in alcuni opere poco o punto rappresentate in biblioteche
d'Europa, mentre sono frequenti in quelle d'Oriente, sopra tutto, com'e
owio, in Persia: per citare un solo esempio, il n. 1735, di eta molto
recente (primo quarto del sec. XIX), e, o almeno sembra essere, il solo
esemplare completo esistente in Europa di una tra le opere che godono
di maggior popolarita presso gli Imamiti, la raccolta di tradizioni pro-
fetiche intitolata Ma' dnl al-ahbdr d 'Ibn Babawayh (Babuyeh). Alcuni
di questi manoscritti presentano interesse non tanto per il valore delle
opere che contengono quanto perche danno testimonianza di un per-
sistente impulso creativo presso gli Imamiti in tempi relativamente
vicini a noi: il n. 1721, p. es., e l'esemplare di stampa del divano del
poeta iracheno Ibrahim at-Tabataba'I (m. 1319/1901) ed e fittamente
cosparso di correzioni, soppressioni, mutamenti dovuti senza dubbio
al figlio di lui al-Hasan, che dopo averlo scritto sotto la dettatura pa-
terna ne ha preparato l'edizione postuma riveduta e corretta. Analoga
testimonianza per quanto riguarda i Mutawila e fornita dai ni. 1691
1699. 1 1720 (dei quali non sono noti finora altri esemplari, che tuttavia
e verosimile si trovino a Sayda o in altri centri residenziali dei Muta-
wila) che contengono scritti giuridici, storici, bellettristici del poligrafo
Muhammad 'All ibn 'All 'Izzaddin al-Hinnawi as-Siiri al-'Amili, com-
posti nella seconda meta del sec. XIX.
La descrizione dei manoscritti e stata compiuta secondo gli stessi
criteri seguiti nell'Elenco, prendendo a fondamento dell'identificazione
degli autori e delle opere i « Supplementbande » alia Geschichie der
arabischen Literatur di C. Brockelmann (finiti di uscire nel 1942) cosl
come cola era stato preso il «Grundwerk», e studiandosi di controllarne,
aggiornarne e integrarne i dati come meglio si e potuto ( l ). La frequente
( l ) Mentre e luogo comune protestare contro le sviste di Brockelmann
(cf. Elenco p. xiv), spesso accade di constatare la loro ripetizione meccanica
da parte di chi avrebbe potuto facilmente correggerle. Per citare soltanto due
esempi caduti casualmente sotfocchio a chi scrive, il pur dUigentissimo cata-
PREFAZIONE XI
mancanza del norae dell'autore e del titolo dell'opera conseguente alia
perdita dell'inizio (spesso anche della fine) di molti manoscritti ha co-
stretto a compiere ricerche spesso lunghe e ardue per tentarne l'identi-
ficazioue, per lo piil con felice successo, talvolta invece senza risultato.
Anche ora; come e piu che trenta anni fa, si e sentita dolorosamente
l'inadeguata disponibilita di sussidi bibliografici: la copia abbondante
di nuovi cataloghi e liste di manoscritti, l'ancora piu abbondante copia
di edizioni di testi inediti e di riedizioni condotte con rigore scientifico
di testi gia pubblicati senza metodo critico (conseguenza, nell'uno e
nell'altro caso, dello stupendo rifiorire dell'attivita intellettuale nei
paesi di lingua araba) soltanto in piccola parte e reperibile nella Va-
ticana e nelle biblioteche pubbliche di Roma; non meno spiacevole
e stata 1' impossibility di consultare alcuni importanti repertori bio-
grafici e bibliografici e alcuni periodici. Valga cio di scusa per la de-
ficiente informazione che si riscontrera piil e piu volte nel presente
lavoro, cui si aggiunge; purtroppo, la scarsa o del tutto assente co-
noscenza, da parte del compilatore^ di questo o di quell'aspetto della
vasta materia trattata.
A ciascuna delle due collezioni Tappouni si accompagnava, al-
l'atto del dono, un fascicolo contenente la descrizione dei manoscritti,
in francese, dattilografata. II lavoro e stato compiuto con molta dili-
genza: chi si prenda la briga di esaminarlo (*) si rendera conto del poco
o punto vantaggio che se ne e tratto nella prepatazione di questo Se-
condo Elenco.
Per la descrizione dei manoscritti donati da E. Cerulli sono stati
naturalmente di sussidio prezioso gli scritti di lui nei quali, come e
detto sopra, alcuni dei testi contenuti in essi sono pubblicati o illustrati.
Per il resto il compilatore ha fatto del suo meglio per orientarsi in un
terreno che gli era e gli e quasi interamente sconosciuto, e si scusa fin
d'ora delle lacune e delle deficienze che molto verosimilmente non gli
sara riuscito di evitare.
logo dl Bankipore [Catalogue of the Persian and Arabic Manuscripts in the Orien-
tal Public Library at Bankipore, Patna-Calcutta 1902 segg), XV 1504 (p. 133)
rlpete da Brockelmann II 199 c 2.2 la falsa citazione « Gotha 1755 » invece che
1753 (cf. qui avantl n; 1672), e XIX. 1, 1573 (p. 75) da II 321.14.1 (e S 450.2.1)
l'altra citazione, anche falsa, « Berl 4212-3 » invece che 4421-3 (e l'errore e
ripstuto in India Office II 1592-3).
■■■■■■-■■''■(>) I due fascicoli, rilegati in un unico volume, portano ora il n. 14432
nella serie del manoscritti Vaticani latini.
xn PREPAZIONE
Diversamente dalla norma seguita nel lavoro precedente, nel quale
necessita di economia di tempo e di spazio ha imposto di trascurare
completamente l'aspetto esterno dei manoscritti elencati, si e, in que-
sto, tenuto conto del tipo e della qualita della scrittura, dei nomi di
copisti possessori lettori e delle circostanze di tempo e di luogo in cui
essi s'incontrano (»). Ci6 e costato fatica non lieve, cui talora e stato
negato il successo a causa dell'oscurita o dell'ambiguita della scrittura;
fatica che a taluno potra sembrare inutile, e tale e in effetto quando
si abbia a che fare con personality del tutto oscure. Se non che questo
non e sempre il caso; e la constatazione dell'identita di un copista,
possessore o lettore con una personality nota da altra fonte costituisce
un contribute non spregevole anche se modesto, alia storia della cul-
tura. In qualche caso particolarmente fortunato e possibile ricostruire,
e quasi cogliere sul vivo, l'attivita di studio e d'insegnamento di un
determinato ambiente (si vedano p. es. i ni. 1523-1527 per Aleppo nel-
la seconda meta del sec. IX/XV); individuare centri didattici e reli-
giosi (cf. le vod «Madrasa» e «Moschea» nell'Indice dei toponimi);
seguire le vicende del formarsi e del disperdersi di biblioteche insigni
(si veda sopra per la Sayyafiyya e la Kawakibiyya di Aleppo). Parti-
colarmente fruttuose si sono mostrate le note di possesso per illustrare
relazioni di parentela e attivita culturali di alcune famiglie cospicue
di tra i Mutawila del 6ebel 'Amil e di Sayda, in parte tuttora fiorenti:
tali le famiglie Zayn, 'Usayran, Murwa. E forse non riusciranno sgra-
dite talune « curiosita », quali il ritrovare l'esemplare del manuale ele-
mentare di grammatica sul quale studi6 adolescente il noto poeta li-
banese del secolo XIX flalil ibn Gabra'il al-^uri (n. 1578); il leggere
su un manoscritto (n. 1607) la nota di possesso autografa del presidente
dell'Accademia Araba di Damasco Muhammad As'ad Talas, recente-
mente defunto; il riconoscere nel possessore di un altro manoscritto
(n. 1642) il discendente diretto del mistico turco del sec. IX-X/XV-XVI
5ayh 'Alwan.
Alia piu diffusa descrizione dei manoscritti corrisponde, com'e
ovvio, l'ampliarsi degli indici. Oltre al sommario sistematico e agli
indici degli autori e dei titoli, analoghi a quelli dell'Elenco, si troveran-
no qui la lista dei manoscritti datati; l'indice dei copisti possessori
(*) U> stesso ainpliamento del disegno primitivo e stato compiuto, gla
molti anni fa, da Ettore Rossi nel suol mirabill Elenco dei manoscritti persiani
della Biblioteca Vaticana, Citta del Vaticano 1948 (Studi e Testi 136) e Elenco
dei manoscritti turchi della Biblioteca Vaticana, Citta del Vaticano 1953 (Studi
e Testi 174).
I'REFAZIONE XIII
lettori; l'indice di personaggi van menzionati nel corso dell'opera;
l'indice dei toponimi. A imitazione di quanto ha fatto Brockelmann
nel Supplement alia GAL si e seguito negli indici l'ordine dell'alfabeto
latino anziche quello arabo, a eccezione beninteso dell'indice dei titoli.
II presente lavoro, cominciato molti anni or sono e piu volte inter-
rotto e sospeso, non sarebbe mai giunto a compimento senza lo stimolo
e l'incoraggiamento del Prefetto della Biblioteca Apostolica, p. abate
Anselmo M. Albareda O.S.B., dal 19 marzo 1962 cardinale
di S.R.C. AU'Eminentissimo e Reverendissimo Porporato e al suo suc-
cessore nella prefettura p. Alfonso Raes S.I., che non mi ha
negato la sua costante benevolenza e ha consentito che questo Secondo
Elenco appaia, come il primo, nella serie degli Studi e Testi, vada l'e-
spressione della mia riconoscenza profonda e devota.
Roma, maggio 1965.
G. Levi Deixa Vida
nel 250* anniversario
della misstone in Orienie di G. S. Assemani
che arriccM di manoscritti preriosi
la Biblioteca Apostolica Vatieana
ABBREVIAZIONI PRINCIPAL!
Quelle di carattere generate sono eguali a quelle nsaXen^iV Elenco:
si rinvia a p. xix di questo per la loro spiegazione, e si rammenta qui
che tutto cid che e messo tra parentesi spezzate < > e aggiunta integra-
tiva ai dati forniti dai manoscritti, e che con « n., ni. » (= numero,
numeri) si rinvia a numeri precedent! della serie « Vaticani arabi »
descritti sia ntW'Elenco sia in questo Secondo Elerico, mentre colla stes-
sa abbreviazione preceduta da « v. » (= vedi) si rinvia a numeri se-
guenti del Secondo Elenco. Diversamente da quanto e stato fatto nel-
VElenco alle date riferite secondo gli anni dell'egira e sempre fatta se-
guire la corrispondenza cogli anni d.C. (e cosl nei riferimenti a secoli);
l'abbreviazione « a. » vale « anno ».
1. - OPERE BIO-BXBUOGRAFICHE
non registrate in Elenco p. xix-xx
Ahmad Baba Ahmad Baba at-Tumbukti, Nay I al-ibtihag ft tatriz
ad-Dibdg, in margine a Ibn Farhun (Elenco).
Babinger Geschichtsschreiber F. Babinger, Die Geschichtsschreiber der
OsmanenundihreWerke. Leipzig 1927.
Bagdath Isma'ilBasa b. Muhammad al-Balani al-Bagdadi, Iddh al-
maknun j% 'd-dayl 'aid KaSf az-zunun 'an asdmt al~kutub wa 7-
funiln (Bagdath Ismail Pasa, Kesf-al-zunun zeyli). Istanbul 1354-
6/1945-7, 2 voll.
DarVa Sayh Agabuzurg at-Tihrani (Muhammad Muhsin), ad-Dan* a
ild tasdmf a^Si'a, vol. I-XII. Nagaf-Teheran, 1355-. ../1936-,. .
Daw* Samsaddin Muhammad b. 'Abdarrahman as-Sahawi, ad-Daw*
al-ldmi' h-ahl al-qarn al-tdsi'. Cairo 1353-1355, 12 voll.
XVI ABBREVIAZIONI PRINCIPAU
E.I* Seconda edizione (Leiden 1954 segg.) di E.I. (Elenco), citata se-
condo le pagine di ainbedue le edizioni, francese e inglese.
Ferheng-i Gagrdfyd'i-i Iran. Teheran 1328-1333, 10 voll.
Fulton-Lings Second Supplementary Catalogue of Arabic Printed Books
in the British Museum compiled by Alexander L. Fulton and Martin
Lings. London 1959,
GAL C. Brockelmann, Geschichte der arabischen Literatur Weimar-
Berlin 1898-1902, 2 voll. (= Br. in Elenco).
GAL S id., Supplementband I, II, III. Leiden 1937-1942.
Stf Haggi Halifa (= Elenco): alle citazioni secondo l'ediziohe Fliigel
segue la corrispondenza delie colonne dell'edizione Istanbul 1360-2/
1941-3. '
Ibn Sahrasub Rasidaddin Muhammad b. «Ali Ibn Sahrasub, Ma'dlim
al-'ulamd' fl Fihrist kutubaS-Si'a wa-asmd' al-^nusannifin minhum
qadim™ wa-hadit«*, ed. Abbas Eghbal. Teheran 1354/1934.
Hah 'Alamalhuda Muhsin (Muh. b. Muh. b. Muh. al-Murtada Muhsin)
Nadad al-Iddh ( l ), in calce a Tusi.
Kahhala 'Omar Rida Kahhala, Mu'gam al-wu' alii fin. TardgHm mu-
sanntfi 'l-kutub al- K arabiyya. Damasco 1376-81/1957-61.15 voll.
Kawdkib Nagmaddm Muhammad b. Muhammad al-Gazzi, al-Kawdkib
as-sd'ira bi-a'ydn al-mi'a aWdSira, ed. G. S. Gabbur. Beirut 1945-
1959, 3 voll.
Kenturi I'gaz Husayn b. Muhammad al-Kanturi, KaSf al-hu^ub wa
'l-astdr 'an asmd' al-kutub wa'l-asfdr (Bibliography of the Shia
Literature), ed. Muhammad Hidayat Husayn. Calcutta, 1330-1354/
1912-1935 (Bibliotheca Indica).
Mamaqani 'Abdallah b. Muhammad Asad al-Mamaqani, Tanqih al~
maqal fl ahwdl ar-rigdl. Nagaf 1349-1352, 3 voll., litogr.
RIM A Revue de I'Institut des manuscrits arabes {Ma^allat Ma'had al-
mahtutat aWarabiyya), voll. I-VI. Cairo 1375-1380/1955-1960.
( l ) Rifacimento di Idah al-iSUbdh di Ibn al-Mutahhar al-Hilli (GAL II
164.13, dove erroneamente . . . al-intibah, S 208). GAL S I 706.19 lo attribui-
r^M^L^ 000 ' a ' Alara alhud4 as-Sarif al-Murtada ('All b. 'Abdallah), m.
436/1044-5!, mentre l'autore e figlip di Muhammad b. Muhammad al-Murtada
Muhsm {GAL S II 584.5) e l'opera e stata finita il 22 rama'dau 1073/30.iv 1663
Sarkw 1248 e 1348 registra correttameute l'autore el'opera
ABBREVIAZIONI PRINCIPAU XVII
Tusi Muhammad b. al-Hasan at-Tusi, Fihrist kutub aS-Si'.a {List
of Shy* a books), ed. A. Spreriger and Mawlay 'Abdal Haqq. Cal-
cutta 1853-5 (Bibliotheca Indica): segue in parentesi la corrispon-
denza delle pagine dell'edizione a cura di Muhammad Sadiq Bahr
al-'ulum. Nagaf 1356/1937.
Zirikli #ayraddfn az-Zirikli, aV-A'ldm, 2* edizione. Cairo 1373-8/
1954-9.10 voll.
2. - CATAIvOGHI DI MANOSCRITTI
non registrati in E le n co ,- p . xxi-xxvi
Alex Ahmad Abu. 'All, al-Maktaba al-baladiyya, Fihrist. Alessandria
1343-7/1925-8.
Bagdad Awqaf Muhammad As'ad Talas, al-KaHdf 'an mahpu$dt hazd'in
kutub al-awqdf (Al-Kachchaf. Catalogue g&nirale [sic] des manus-
crits arabes de la Bibliothhque gdiierale des Waqjs de Bagdad), Bagdad
1372/1953.
Bagdad Museo Kurkis 'Awwad, al-Mahputdt al-arabiyya ft Maktabat
al-Mathaf al-' Iraqi bi-Bagddd (A Catalogue of the Arabic Manus-
cripts in the Iraq Museum Library), I-III, in Sumer, XIII-XIV
(1957-1959).
Berl. Syr. E. Sachau, Verzeichniss der syrischen Handschriften der kgl.
Bibliothek zu Berlin. Berlin 1899.
Birmingham I Catalogue of the Mingana Collection ... in the Setty
Oak Library. Vol. I. Syriac and Garshuni Manuscripts by A. Mitt-
gand, Cambridge 1933.
Birmingham Isl. Catalogue of the Mingana- Collection . . . in the Selly
Oak Library. Vol. IV. Islamic Manuscripts by H. I v . Gottschalk
(Parts I-II). Birmingham 1948, 1950.
Cambridge 2 nd Suppl. A. J. Arberry, A second supplementary hand-
list of the Muhammadan Manuscripts in the University Colleges
of Cambridge. Cambridge 1952.
Chester Beatty A. J. Arberry, The Chester Beatty Library. A Hand-
List of the Arabic Manuscripts, voll. I- VII. Dublin 1955-1964.
XVIII ABBRBVIAZIONI PRINCIPAU
Damasco £ahiriyya Yusuf al-IsS, Fihris mafttutdt Ddr al-kutub az-
Zdhiriyya. Damasco 1947.
Edinburgh University Mohammed Ashraful Hukk, Hermann Ethe
and Edward Robertson, A Descriptive Catalogue of live Arabic
and Persian Manuscripts in the Edinburgh University
Edinburgh 1925.
India Off. II (I Elenco) II : Stlfism and Ethics, by A. J. Arberry
(1936); III: Fiqh, by Reuben Levy (1937); IV: Kaldm, by Reuben
Levy (1940).
I,eid. hebr. M. Steinschneider, Catalogus codicum Hebraeorum Biblio-
thecae A cademiae Lugduno-Batavae. I^ugduni Batavorum 1858.
Meshed Muh. Walihan Asadi, Fihrist-i ' kutub-i Kitdbhdneh-i Astdneh-i
quds Rizawx. Tus 1305-1329/1926-1950.
Munch, hebr. M, Steinschneider, Die hebr aischen Handschri] ten der
Hof- und Staatsbibliothek in Munchen. Munchen 1875 (Catalogus
codicum manu scriptorum Bibliothecae Regiae Monacensis. Tomi
primi pars prima).
Naniana Simone Assemani, Catalogo de' codici manoscritti orientali del-
la Biblioteca Naniana. Padova 1787-1792, 2 voll. (al presente nella
Biblioteca Marciana di Venezia).
Paris Index G. Vajda, Index geniral des manuscrits arabes musulmans
de la Bibliothbque Nationale de Paris. Paris 1953 (Publications de
l'lnstitut de Recherche et d'Histoire des Textes).
Pet. M. A. Buch. V. J\ Berljajev, ArabskierukopisiBucharskoikol-
lektsii Aziatskavo Museja .. .Leningrad 1932.
Princeton Ph. K. Hitti, 3ST. A. Faris and B. 'Abd-al-Malik, Descriptive
Catalog of the Garrett Collection of Arabic Manuscripts in the Prin-
ceton University Library. Princeton 1938.
Rabat II V. S. 'Alius (AUoucheJ-'A. ar-Ragragi (Ragragui), -Fihris
al-mahtutat al~arabiyya al-mahfuza ft H-tfizana al-'amma bi-
Ribat al-fath {Catalogue des manuscrits arabes de Rabat. Deuxieme
serie). Vol. I, Paris 1954, vol. II, Rabat 1958.
RIM A Dei numerosi indici di manoscritti arabi pubblicati dalla ri-
vista sono citati in questo Secondo Elenco quelli di alcune biblio-
teche delle localita seguenti (i rinvii si riferiscono ai volumi e alle
pagine):
ABBREVIAZIONI PRINCIPAU XIX
Aleppo 'Otmaniyya (I 25-28), Aleppo Sayyaf (II 251-257),
'Amara Sikara (IV 200-207), Bagdad Tayyar (IV 195-200),
Basra Muh. Ahmad (I 166-167), Damasco Magrabi (V 223-224),
Damasco Abu '1-Yusr 'Abidin Mufti (V 211-215), Damasco Sa'Id
Hamza (V 215-223), Fez (ora Rabat?) Kattani (V 174-188), Fez
Qarawiyyin (V 163-167), Herat Museo (II 30-33), Isfahan Ulfet
(III 17-20), Kabul Ri'asat al-ma^bu'at (II 7-23), Kabul Wizarat
al-ma'arif (II 26-29), Kazimiyya Sayh 'Abdarrazzaq Ma'tuq al-
•Amili (IV 242-244), Kazimiyya 'Ali b. al-Husayn al-HaSimi (IV
253-255), Kazimiyya Husayn 'Ali Mahfuz (VI 15-58), Kazimiyya
Imam Sadiq (IV 250-251), Kazimiyya Madlnat al-'ilm (IV 255-
258), Kazimiyya Muhammad Ridai (IV 250), Kazimiyya as-Sadr
(IV 238-242), Manisa (IV 11-42), Mansura (IV 259-300), Nagaf
Carawiyya (V 23-30), Nagaf Samawi (IV 215-237), Nagaf Ya'qiibi
(IV 214-215), Samarra Mahdi (IV 210-214), &bin al-K6m (II 364-
385), Tabriz Sarandabi (III 940), Tabriz Mirza Muh. 'All #an
Tarbiyet (III 11-12), Tanta (III 237-265), Tanta Ahmadi (III
343-344), Teheran Facolta Medica (III 72-78), Teheran Hangf
(III 55-65), Teheran Hikmet (III 14), Teheran Maglis (III 27-34),
Teheran Mulukiyya (III 7 1-72);; Teheran Nasiri (III 37-75), Te-
heran Universita (III 7-8), Teheran Wataniyya (III 20-26), Tetuan
(I 170-189), Zagazig (III 79-109), Zangan Fadlallah (III 34-36).
Strassburg heb. S. Landauer, Hebrdische Handschrifien, Strassburg
1881 [Kalalog der kais. Universitdt- und Landesbibliothek in Strass-
burg. Orientalische Handschriften, Theil I, i).
Teheran Bdebiyyat Muhammad Taql Danes' Pazuh, Fihrist-i nusfra-
hay-i fyattiy-i Kitdbhaneh-i Daneikadeh-i Edebiyydt {Catalogue mi-
thodique descriptif et raisonnl des manuscrits de la Bibliothbque de
la FaculU des Lettres), in Mej>elleh-i DdneSkadeh-i Edebiyydt (Re-
vue de la Faculty des Lettres), VIII.l (1339/1960).
Teheran Edebiyyat A. A. Hikmat Muhammad Taql Dane§ Pazuh,
Fihrist-i nusfyahay-i hattiy-i Kitdbhdneh . . . Magmu'at-i waqfl-i
Candb Agdy-i 'Alt As far Hikmat (Catalogue mdthodique, descriptif
et raisonne de la bibliothhque privde de S. Exc. M. le Professeur A.
A. Hikmat donnie en legs a la Faculte" des Lettres de Teheran). Te-
heran 1341/1963.
Teheran Sip. Ibn Yusuf &ii&i, K Fihrist^:-:-Kitdbh.dneih^ii\M : ~edreseh^
'Aliy-i Sipdhsaldr. Teheran 1313-1318/1934-1939 (cfr. anche RIM A
III 66-71).
XX
ABBRBVIAZIONI PRINCIPAI,!
Vat. ebr. S, E. et I, S. Assemani, Bibliothecae Apostolicae Vaticanae
Codicum manu scriptorutn ■ Catalogus ... Partis primae Tomus pri-
tnus complectens codices Ebraicos et Samaritanos. Romae 1758.
Vat. turc. Ettore Rossi, Elenco dei manoscritti turchi della Biblioteca
Vahcana: Vaticani, Barberiniani, Borgiani, Rossiani, Chigiani.
Citta del Vatiqaiio 1953 (Studi e Testi 174).
Washington Army Med. (Dorothy M. Schullian and) Francis F. Som-
mer, A Catalogue of Incunabula and manuscripts in the Army Me-
dical Library. New York s.a. (1948?). Part II. Oriental Manuscripts.
Yale Leon Nemoy, Arabic Manuscripts in the Yale University Library,
New Haven 1956 (Transactions of the Connecticut Academy of Arts
and Sciences, vol. 40, pp. 1-273).
AGGIUNTA
A stampa gia ultimata la Biblioteca e entrata in possesso, per acquisto.
del manoscritto seguente:
1799
Sec. XII/XVIII. Cm. 32 x 21, ff. 11-141, 11. 32-35.
Vo. 4» <e ultimo) di (Magani ahwafd\ bi-ma'dni al-Iktifd'y, com-
mento <misto> della Sira (al~Utifdrbi-md tadammanuhu min magdzi
Rasul AlldK) (etc.) (spedizioni guerresche di Maometto e dei tre primi
califfi), di <Sulaymau b. Musa) al-Kala'I, di <Muhammad b. , Abdassalam>
al-Bannani, finito di comporre il 5 ramadan 1140/15.iv.I728
(GAL S I 634.12, solo da Fes 710; sull'autore v. GAL S II 686.12 b,
Kahhala X 168, E. Uvi-Provengal, Les historiens des Chor fa, p. 312-313)!
Comincia colla 27» spedizione (Tabfik). Glosse marginal! di varie mani!
Copia dell'autografo definitive (mubayya^a) dell'autore. Scrittura inagre-
bma miuuta, regolare; il testo in rosso, il commento in nero. P. 1 in alto due
certificatidi vendita, il primo in data 18 ragab 1249/1. xii. 1834. I^egatura a
Iinguetta di cuoio impresso marrone, e astuccio di cuoio. NeU'interno del piatto
infenore, in scrittura trascurata: « Ricordo della fu Africa Orientale (Impero
d Italia) offre al parroco di Micigliano <in provincia di Rieti> don Antonio il
cap. . . . (firma illeggibile). Micigliano 1960 ». Sull'astuccio (stesse mano e firma)-
• XI Btg < = Battaglione) Coloniale A<frica>. 0<rientale>. I<taliana>. Biccenie
<(Biccenna)> (Goggiam Meridionale) 1938 ».